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Coronavirus: D'Agostino, no contagio da merci

Presidente Autorità, a porto Trieste elevate misure di sicurezza

Coronavirus: D'Agostino, no contagio da merci
"I controlli al porto di Trieste sono aumentati e, al momento, non esiste un pericolo di trasmissione del coronavirus attraverso le merci". Lo ha ribadito il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, nel corso di un forum all'ANSA.
Le verifiche, ha sottolineato D'Agostino, "in questa fase sono importanti". Un ulteriore elemento che garantisce un certo grado di sicurezza, aggiunge, è il fatto che ci sia "una sorta di 'quarantena' per le merci provenienti dalla Cina che per giungere a Trieste impiegano più di venti giorni".
In merito agli equipaggi delle navi provenienti dal Paese estremorientale il presidente dell'Autorità rammenta: "tutti i componenti vengono mantenuti a bordo e controllati".
A pagare un prezzo molto alto dal punto di vista economico per le conseguenze del coronavirus e lo stop della produzione manifatturiera cinese nell'area del Sud Europa, "saranno i porti dell'Adriatico" e il "2020 sarà un bell'anno di test". Lo ha detto il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, nel corso di un forum all'ANSA.
Negli anni gli scali che 'affacciano' a Est hanno sviluppato traffici prevalentemente con l'Oriente, ha spiegato D'Agostino, al contrario di quanto è accaduto con i porti rivolti a Ovest, per questo "qualsiasi elemento che colpisce l'Estremo Oriente colpisce di più l'Adriatico". Per questo, sostiene, "subiremo di più". Di recente stava maturando anche una bidirezionalità nel traffico mercantile tra Europa ed Oriente, con la crescita sociale ed economica della Cina in particolare e il relativo aumento dei consumi. D'Agostino ha dunque evidenziato che "bisognerà capire le ripercussioni del rallentamento cinese sulle esportazioni italiane "verso quei mercati".
Il Porto di Trieste, in particolare, anche proprio per evitare conseguenze negative da eventi inattesi come il coronavirus, "ha diversificato i mercati di riferimento non concentrandosi unicamente su specifici Paesi, su specifiche merci o settori". L'aver lavorato "sulla logistica, sul porto franco e sulle attività interportuali, ha indicato, "fa parte di una strategia di pianificazione e di riduzione del rischio in caso di eventi inaspettati". E "dobbiamo abituarci al fatto che nulla oggi è prevedibile". La logica deve essere "quella della resilienza per essere in grado di avere tutta una serie di soluzioni e essere pronti ad avere una strategia alternativa" in caso di emergenza.
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