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Home / Economia / Contraffazione:Confcommercio,danneggiate 67% imprese Nordest

Contraffazione:Confcommercio,danneggiate 67% imprese Nordest

Per concorrenza sleale.Acquisti 'illegali' per 27,2% consumatori

Contraffazione:Confcommercio,danneggiate 67% imprese Nordest
Il 27,2% dei consumatori del Nord Est acquista prodotti contraffatti, contro una media nazionale del 30,5%. Comprano per lo più capi di abbigliamento (56%), alimentari (40,7%) e orologi, gioielli e occhiali (33,8%). Più alti, rispetto alla media italiana, i dati relativi all'acquisto online di biglietti piratati (+20%), scarpe (+10%) e profumi (+2,4%) contraffatti. Due imprese del terziario su tre si ritengono danneggiate dalla concorrenza sleale. Sono i risultati di un'indagine diffusa in occasione della Giornata di Confcommercio "Legalità, ci piace!". "Un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato", osserva il presidente Fvg di Confcommercio Giovanni Da Pozzo.
"Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - aggiunge - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti".
Secondo l'indagine, per il 67% dei consumatori del Nordest l'acquisto di prodotti o servizi illegali è legato alla possibilità di "fare un buon affare" (68% il dato nazionale). In generale, il 97% ritiene rischioso acquistare prodotti illegali (91,4%) e il 63,4% è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative. Il consumatore "illegale" è in prevalenza donna (58%), dai 35 anni in su, ha un livello d'istruzione medio (66,3%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (72,3%).
Dall'indagine emerge che tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario del Nordest ci sono abusivismo (31%), furti (27,7%) e contraffazione (25%).
Il 62,4% delle imprese si ritiene danneggiato dall'azione dell'illegalità. La concorrenza sleale (67%) e la riduzione dei ricavi (44,4%) sono gli effetti ritenuti più dannosi. Il 55,5% delle imprese del commercio al dettaglio dell'area, contro il 69,3% del dato italiano, è stato vittima almeno una volta di un episodio di taccheggio.
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