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Caporalato e frodi in coop facchinaggio, 311 irregolari Indagini Gdf a Pordenone.

Disposte due misure interdittive

Caporalato e frodi in coop facchinaggio, 311 irregolari  Indagini Gdf a Pordenone.
Il Gip di Pordenone ha disposto l'applicazione della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività professionali e imprenditoriali nei confronti di 2 persone, rispettivamente amministratore di diritto e de facto di una cooperativa facente parte di un noto gruppo operante in diverse province del Triveneto, in servizi di facchinaggio, movimentazione merci e servizi ecologici.
Le indagini della Guardia di Finanza - si tratta del secondo filone di un'inchiesta scattata lo scorso anno - hanno accertato come la cooperativa fosse un mero "contenitore di manovalanza": si è così configurato il reato di somministrazione abusiva di manodopera, il cosiddetto caporalato semplice. Sono 311 i lavoratori irregolarmente utilizzati in tutto il triveneto dal 2014 al 2016 con queste illecite modalità, per le quali sono state contestate violazioni per complessivi 4,05 milioni.
E' stato sottoposto ad accertamenti anche il commercialista, tenutario delle scritture contabili di tre cooperative (utilizzate per emettere fatture fittizie), che in precedenza aveva denunciato il furto dell'intera contabilità delle stesse, che si trovava invece all'interno della sua auto. Al professionista è stato contestato l'omesso adempimento degli obblighi previsti dalla normativa sulla prevenzione del riciclaggio e quelli di segnalazione delle operazioni "sospette". Nei suoi confronti è stata contestata l'omessa segnalazione di 46 operazioni economiche per un valore complessivo di 4,03 milioni. 
Uno degli amministratori coinvolti nell'indagine della Guardia di Finanza di Pordenone, nel corso dell'esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente, era stato trovato in possesso di 50 mila euro in contanti, custoditi all'interno di una scatola di scarpe trovata nel suo garage.
La cooperativa, su segnalazione della Gdf, è stata sottoposta anche ad accertamenti dalla Regione Fvg che ha disposto la sua cancellazione dal "Registro Regionale delle Cooperative di produzione e lavoro", la cui iscrizione gli consentiva di godere di agevolazioni previste per il mondo cooperativistico.
"Questa cooperativa palesava un'artefatta realtà mutualistica - ha affermato il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Stefano Commentucci -. Accanto alle cooperative oneste, che con i loro soci lavoratori operano rispettando le regole, vi sono anche ulteriori 'cooperative spurie' che hanno ben poco di legale e che per questo sono in grado di applicare prezzi ridotti estromettendo dal mercato i concorrenti. La cooperativa indagata risultava un mero 'serbatoio' di forza lavoro, privo di strutture aziendali e operava per tramite di appalti 'girati' da un altro soggetto giuridico a seguito dei quali emetteva fatture con Iva che invece di essere versata allo Stato veniva 'abbattuta' tramite falsi costi".
"Sono state contestate anche fattispecie di 'caporalato semplice' - ha aggiunto Commentucci - connesse all'illegale somministrazione di manodopera che risulta, in aggiunta allo Stato, la principale 'vittima', tenuto conto che i lavoratori risultavano sottopagati in violazione delle norme contrattuali nazionali nonché privati dei contributi anche tramite il ricorso a 'fittizie trasferte'".
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