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Home / Cronaca / GDF PORDENONE: SCOPERTA TRUFFA PER OLTRE 2,3 MILIONI DI EURO SUI FINANZIAMENTI EROGATI DALLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

GDF PORDENONE: SCOPERTA TRUFFA PER OLTRE 2,3 MILIONI DI EURO SUI FINANZIAMENTI EROGATI DALLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

INDAGATE TRE PERSONE (TRA CUI UN COMMERCIALISTA) DESTINATARIE DI UN PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO PREVENTIVO PER 839.500 EURO. IL COMANDANTE COMMENTUCCI : PIU' ATTENZIONE

GDF PORDENONE: SCOPERTA TRUFFA PER OLTRE 2,3 MILIONI DI EURO SUI FINANZIAMENTI EROGATI DALLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

La Guardia di Finanza di Pordenone ha svolto indagini di Polizia Giudiziaria, delegate dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di una società per azioni operante nel settore della fabbricazione di mobili per arredo alla quale erano stati concessi, nell’ambito degli incentivi previsti per il mondo imprenditoriale, finanziamenti per complessivi 2.390.000 euro, erogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia per il tramite di istituti di credito e società finanziarie alla stessa riconducibili (Mediocredito Spa e Friulia Spa).
L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pordenone, ha consentito di rilevare come la società beneficiaria, inizialmente con un capitale sociale di soli 10.000 euro, avesse, in poche settimane, incrementato lo stesso portandolo a 800.000 euro, facendo subentrare, peraltro, nella compagine sociale (come socio di minoranza) la stessa finanziaria regionale Friulia Spa.
Dopo tale radicale incremento dei propri assetti patrimoniali, la società otteneva, nel 2017, mediante la Regione Friuli Venezia Giulia un finanziamento dal Fondo di Rotazione per Iniziative Economiche (F.R.I.E.) pari a 1.890.000 (di cui 839.500 erogati), giustificato dall’acquisto di un costoso macchinario produttivo (impianto di squadra bordatura) del valore di oltre 2 milioni di euro, nonché un ulteriore finanziamento di 500.000 euro dalla Friulia Spa.
In realtà, dopo pochi mesi, atteso lo stato di crisi in cui, invero, da tempo versava la società beneficiaria delle sovvenzioni, il Consiglio d’Amministrazione della stessa presentava domanda di concordato preventivo, peraltro, omettendo di presentare piani e/o proposte concordatarie, circostanza che induceva il Tribunale di Pordenone a dichiararne, il 2 marzo 2018, il fallimento.
I successivi accertamenti consentivano di rilevare come la società destinataria dei finanziamenti avesse sostanzialmente “simulato” il menzionato aumento del capitale in modo da rappresentare un’azienda solo apparentemente solida e fiorente, lasciando intendere un rilancio delle proprie attività commerciali, dovuto anche all’innovazione tecnologica conseguente all’acquisizione del richiamato, oneroso macchinario produttivo, oggetto dei finanziamenti pubblici.

"Un’attenzione del tutto particolare dovrebbero avere i soggetti preposti alla gestione e vigilanza sulle procedure di spesa ai fini di un’equa e corretta distribuzione delle risorse finanziarie precedentemente affidategli dalla collettività": lo ha detto il col. Stefano Commentucci, comandante Fiamme Gialle pordenonesi, riferendosi all'inchiesta sulla truffa di quasi 2,4 milioni.
"I finanziamenti nel settore imprenditoriale, posti in essere dalla Regione tramite Friulia e Mediocredito, sono importanti e proficui per l’economia - ha aggiunto - Tuttavia è fisiologico, come dovunque, che tra le società richiedenti tali agevolazioni possano essere riscontrabili comportamenti illeciti per i quali bisognerebbe prestare la massima attenzione, al fine di evitare l’erogazione di disponibilità pubbliche a favore di “conventi poveri abitati da frati ricchi”, come purtroppo avvenuto nel caso in esame. L’attività a tutela dello specifico comparto ha assunto una valenza strategica per il Corpo - ha concluso - anche perché percepito dagli stessi cittadini come prioritario, in considerazione delle evidenti ripercussioni per la tutela degli interessi finanziari del Paese e delle correlate riflessioni di ordine etico attinenti la corretta gestione della spesa, alimentata dal gettito tributario. In tale scenario, tuttavia, oltre che all’attività di tipo repressivo, che la Guardia di Finanza pianifica in sinergia con la Procura della Repubblica, è parimenti importante un’attenta azione, in chiave preventiva, da parte di chi è deputato alla verifica dei necessari requisiti per accedere a dette agevolazioni".
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