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Home / Cronaca / Uccise fidanzata: confermata condanna a 30 anni a Francesco Mazzega

Uccise fidanzata: confermata condanna a 30 anni a Francesco Mazzega

Sentenza della Corte d'assise di Appello Trieste . La difesa pronta a ricorrere in Cassazione

Uccise fidanzata: confermata condanna a 30 anni  a Francesco Mazzega

 

E' stata confermata dalla Corte d'assise di Appello di Trieste la condanna a 30 anni inflitta in primo grado a Francesco Mazzega per l'omicidio della fidanzata Nadia Orlando, di 21 anni di Vidulis di Dignano (Udine) soffocata la sera del 31 luglio 2017 a poca distanza da casa.
In parziale riforma della sentenza di primo grado, la Corte d'Assise d'Appello di Trieste ha applicato a Francesco Mazzega anche l'applicazione della misura di sicurezza di 3 anni di libertà vigilata una volta scontata la pena come richiesto dal Procuratore generale. Il verdetto è stato pronunciato pochi minuti fa dalla Corte dopo quasi 6 ore di camera di consiglio.
La Corte si è invece riservata di emettere nei termini di legge l'ordinanza sulla richiesta di aggravamento della misura cautelare nei confronti di Mazzega avanzata oggi dallo stesso Procuratore generale.
"Ci riserviamo di vedere la motivazione. Riteniamo sia possibile rivedere la conclusione cui è arrivata la Corte d'Assise d'appello di Trieste davanti alla Corte di Cassazione". Lo ha detto l'avvocato della difesa Mariapia Maier all'esito della sentenza con cui la Corte d'Assise d'Appello di Trieste ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per il suo assistito Francesco Mazzega. "Eravamo molto preoccupati - ha aggiunto l'avvocato Maier - tanto che avevamo già espresso la nostra preoccupazione nelle sedi opportune per la questione mediatica che si era creata intorno a questa vicenda. Secondo me la giustizia deve essere applicata cercando di dare la pena che spetta e non soltanto una pena che deve portare serenità o tranquillità al dolore che purtroppo c'è e c'è in tutti".
La difesa resta in attesa anche di conoscere la decisione della Corte in merito alla richiesta di aggravamento della misura cautelare che considera "sia completamente mancante di presupposti. Se ritenessero di doverla applicare leggeremo il provvedimento e utilizzeremo tutti i rimedi che l'ordinamento offre per far valere quelle che sono secondo noi le ragioni".
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