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FRIULI VENEZIA GIULIA, POLITICHE INDUSTRIALI A ZERO

Alberto Monticco: “Ashtag e travaso dei lavoratori non ci salveranno”

FRIULI VENEZIA GIULIA, POLITICHE INDUSTRIALI A ZERO

 

“Se la situazione politico-industriale nazionale desta preoccupazione, non possiamo dire che quella regionale ci faccia dormire sonni tranquilli”: il segretario della Cisl Fvg, Alberto Monticco, va subito dritto al punto, introducendo i lavori del consiglio generale del Sindacato, alla presenza del nazionale Ignazio Ganga. “Accanto alle crisi mai risolte, che stanno determinando un problema strutturale dell’economia regionale, si aggiunge una totale assenza di politiche di rilancio. Anzi, si pensa che la salvaguardia e crescita occupazionale del territorio possano essere affidati a qualche inconsistente hastag o peggio ad un teorema alquanto curioso: ovvero che basti spostare i dipendenti dalle aziende in crisi a Fincantieri. Lo si è fatto per Eaton e forse lo si vorrebbe fare anche per altre aziende in crisi”.  E’ chiaro – si legge in una nota della Cisl Fvg – che questa è una risposta insufficiente rispetto alla portata del situazione-lavoro attuale che, secondo una recente indagine dello stesso Sindacato tra le aziende dove è presente, vede oltre 6mila lavoratori in difficoltà, già coinvolti in percorsi di crisi (ammortizzatori sociali, licenziamenti o ferie forzate) ed equamente distribuiti tra i vari comparti produttivi. “A situazione data – incalza Monticco – ci domandiamo quali siano le strategie della Regione e i provvedimenti legislativi che saranno adottati”. Speriamo che alcune risposte possano arrivare dal cosiddetto Sviluppo Impresa e confidiamo che i generici hashtag #esseresistema” finora lanciati vengano riempiti di contenuti”.

“Ci piacerebbe capire – aggiunge - cosa ci sia dietro questo slogan e alle affermazioni di principio contenute nel documento che suggeriscono in diciotto pagine di lavorare per “esprimere al massimo le potenzialità del Friuli Venezia Giulia”: obiettivo certamente condivisibile, ma che va riempito di misure e interventi”. Resta, poi, aperto il nodo della concertazione, ancora assente con il presidente Fedriga, nonostante sia trascorso già un anno e mezzo dal suo insediamento, e con Monticco che auspica l’apertura di un confronto aperto e duraturo con la Giunta. Un confronto che, quando avvenuto, ha portato a risultati concreti, basti pensare, ad esempio, al protocollo sulla sicurezza e sugli appalti disegnato con l’assessore Rosolen o al tavolo in corso sulla sanità con l’assessore Riccardi, nonostante permangano alcune preoccupazioni rispetto alla riforma del sistema socio-sanitario. “Partendo dalla consapevolezza della bontà del nostro sistema socio-sanitario – spiega Monticco – e pur condividendo i principi adottati, vorremmo capire meglio come la riforma ipotizzata dall’attuale Giunta intenda coprire le carenze della legge Serracchiani soprattutto per quanto riguarda la medicina e l’assistenza sul territorio”. “Abbiamo una necessità fortissima – conclude Monticco – che la politica metta al centro della sua agenda il lavoro, che non significa rincorrere le crisi e rimandare soluzioni, ma costruire opportunità reali di sviluppo ed occupazione. Per questo, assieme a Cgil e Uil, il prossimo 29 novembre, riuniremo unitariamente i nostri attivi a Trieste per fare sentire la voce dei lavoratori, e dare alla Regione un segnale forte, perché non si può parlare di crisi e far slittare Sviluppo Impresa al 2020”.

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