"Una norma deve indicare la direzione, mettere a disposizione gli strumenti e stabilire in modo chiaro modalità di controllo e responsabilità. Questi sono i principi che hanno guidato la stesura della nostra riforma sanitaria. La politica non deve entrare nelle tematiche gestionali, occupandosi, per fare alcuni esempi, del numero dei primari o dei modelli organizzativi di ogni azienda sanitaria. Altrimenti sarebbe cogestione senza che nessuno abbia responsabilità". Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della seduta delle III Commissione del Consiglio regionale dedicata al ddl sulla riforma sanitaria che a breve sarà discussa in Aula "La norma, nella sua impostazione, garantisce livelli di equità territoriale che ancora oggi non esistono. Il suo pilastro è la presa in carico del paziente da parte del distretto, chiarendo - ha spiegato Riccardi - da una parte i termini dell'accessibilità e dall'altra precisando le responsabilità nel caso di servizi che non funzionino in modo adeguato". "I direttori di distretto sono chiamati, infatti, a programmare e coordinare il sistema della salute territoriale, mettendo insieme l'assistenza sociale e quella sanitaria utilizzando percorsi definiti che permetteranno di superare criticità ancora oggi presenti. Inoltre - ha aggiunto il vicegovernatore - l'Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs) sarà chiamata ad esercitare fino in fondo la sua attività di coordinamento delle tre aziende sanitarie che avranno piena autonomia dell'organizzazione complessiva dei processi". "Si tratta di una riforma che avrà bisogno del suo tempo per andare a regime. Abbiamo raccolto numerose osservazioni durante la fase di ascolto e di confronto con gli operatori del settore. Osservazioni che - ha specificato - troveranno una puntuale risposta negli emendamenti che sono in corso di deposito. Saranno affrontati i temi del personale, delle competenze delle Aziende di servizi alle persone (Asp) utilizzate dal sistema sanitario regionale, dell'organizzazione dei distretti e della facoltà di aderire o meno da parte dei medici ai Centri di assistenza primaria (Cap)". "Ci sono alcuni temi che, invece, necessitano ancora di un approfondimento. In particolare - ha sottolineato Riccardi - stiamo facendo alcune valutazioni riguardanti il rapporto pubblico-privato che, nella nostra riforma, abbraccia anche il privato sociale, il terzo settore e il sistema della salute mentale".
Salute: Riccardi, nostra riforma stabilisce indirizzi e responsabilità
19 novembre 2019
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