29 gennaio 2020
Alla vigilia della chiusura della stagione venatoria, con un "bilancio pesante tra milioni di animali uccisi e vittime umane", l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) chiede "l'intervento del ministro dell'Interno e l'innalzamento dei massimali delle assicurazioni", che tra l'altro "alimentano una parte del fondo destinato alle vittime della caccia", perché "ormai è una questione di sicurezza". "Milioni di animali selvatici sempre più rari uccisi solo per il sadico divertimento di pochi - rileva l'Enpa - Campagne 'militarizzate' da piccoli eserciti di persone che, anziché rispettare la natura, girano armati. Regioni che calpestano sentenze di Tar, Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e gli autorevoli pareri scientifici al fine di mantenere una manciata di consensi. E vittime umane. Questo il terribile quadro della caccia in Italia - osserva l'associazione - che devasta ambienti, inquina habitat e mette in pericolo la vita di escursionisti, cittadini, e anche dei bambini". Nel ricordare che c'è "un quadro drammatico per l'ambiente, dove si tagliano i parchi e dove la piaga del bracconaggio assume connotati drammatici, e dove per l'Unione Europea siamo sorvegliati speciali per le nostre politiche venatorie troppo permissive", l'Enpa chiede "al Governo di intervenire con forza, soprattutto nei confronti di quelle regioni, dei dirigenti, della cariche politiche che continuano ad emanare consapevolmente atti illegittimi, contro gli interessi dei cittadini che invece vorrebbero maggiori tutele per gli animali selvatici riconosciuti dalla legge nazionale 157/92 come "beni indisponibili dello Stato". L'Enpa punta anche il dito sulla "facilità" con la quale è possibile ottenere oggi il rinnovo della licenza di caccia, che avviene ogni 5 anni dietro presentazione di un certificato medico.