Foibe: Zaia, ferita aperta nostra storia come per la Shoah
10 febbraio 2020
"Cicerone ha detto che la vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi. Le manifestazioni commemorative che in questo giorno attraversano il Veneto e tutto il Paese ci impongono di non dimenticare le migliaia di persone la cui vita è stata tragicamente interrotta negli eccidi delle foibe. Contemporaneamente, abbiamo il dovere di mantenere la memoria delle centinaia di migliaia di connazionali che con l'Esodo Giuliano Dalmata lasciarono la loro terra e ogni loro avere, incalzati dalla violenza e per una scelta di libertà". Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, si unisce alle celebrazioni odierne del Giorno del Ricordo. "Oggi rivolgendo il pensiero alle vittime di questa tragedia, agli Esuli ed ai loro discendenti - prosegue - provo gli stessi sentimenti che provo ogni anno il 27 gennaio incontrando la Comunità ebraica nel giorno della Memoria. Non può esserci giustificazione storica di fronte a simili drammi dell'umanità, originati dall'odio, dalla discriminazione etnica e dalla follia di chi si sente in diritto di sopraffare l'altro. Da parte mia, rinnovo l'impegno affinché sia contrastato con forza quello che il presidente Mattarella ha definito 'negazionismo militante'. È un preciso dovere verso la memoria delle vittime ma anche verso le generazioni presenti e future che devono conoscere la verità su simili tragedie certificate dalla storia, per capire e non cadere negli inganni del revisionismo e del giustificazionismo". "Il secolare legame tra la nostra regione e le comunità degli esuli e dei loro discendenti si riconferma in questo giorno - conclude Zaia - in cui è restituita la giusta dignità ad un dramma per decenni nascosto e ignorato. La tragedia delle Foibe e l'Esodo, così come la Shoah, sono una ferita viva nella nostra storia non così lontana, lasciataci dalle più grandi follie ideologiche del secolo scorso; negarla è ripetere il crimine".