Gianni Brera lo paragonò a Silvio Piola, ma fu soprattutto il calciatore dei record. Si ritirò a soli 27 anni e non per infortunio: Bruno Nicolè indimenticabile protagonista e meteora del calcio italiano negli anni Cinquanta e Sessanta è morto oggi a Pordenone all'età di 79 anni. Nato a Padova il 27 febbraio del 1940, Nicolè cominciò la sua carriera di attaccante nel Padova ma visse i suoi anni più belli alla Juventus, con quale conquistò tre scudetti e 2 volte la Coppa Italia. Il battesimo nel calcio che conta, cioè l'esordio in Serie A, glielo regalò Nereo Rocco, tecnico del club patavino nella stagione 1956-57, quando il ragazzo aveva appena 16 anni. Un anno dopo la Juventus lo acquista pagandolo 70 milioni di lire di quei tempi. Cinque anni più tardi per Nicolè arriva un nuovo record: indossa la fascia di capitano della Nazionale italiana, mai nessuno più giovane di lui in quelle vesti. Per questo ragazzone di un metro e 80, spesso alle prese con problemi di peso eccessivo e guai muscolari, e con un carattere inquieto, compagno in attacco di tipi come John Charles e Omar Sivori, i record sono continui: a 18 anni (e 259 giorni) firma infatti la doppietta con la quale gli azzurri spaventano i francesi allo stadio Colombes a Parigi, il 9 novembre del 1958, in una partita amichevole, con i galletti reduci dal terzo posto ai Mondiali di pochi mesi prima, la gara finì 2-2. Nicolè è ancora oggi il marcatore più giovane in azzurro. Il giovanotto padovano negli anni alla Juventus (6 stagioni, 41 gol e 141 partite) riesce a firmare anche un altro primato, fece parte infatti della formazione che battè il Real Madrid a casa sua in un quarto di finale della Coppa dei campioni, era la prima volta che i madrileni venivano sconfitti in casa da una squadra italiana. Per non farsi mancare nulla, Nicolè chiuse la carriera nel 1967 lasciando tutti stupiti con il suo ennesimo primato, quello del ritiro a soli 27 anni. Nessun infortunio lo spinse a quella decisione, che addirittura avrebbe voluto prendere anche prima come disse lui stesso, ma aspettò a farlo perchè preferì prima superare l'età del servizio militare come atleta. Il suo vero amore era la scuola e infatti uscito dal campo si dedicò all'insegnamento dell'educazione fisica. Dopo gli anni in bianconero, e prima dell'addio, Nicolè ebbe il tempo di altre fugaci esperienze in vari club: un anno al Mantova, uno alla Roma contribuendo alla vittoria di una Coppa Italia, poi alla Sampdoria, infine l'Alessandria. La Juventus oggi ha ricordato il suo vecchio attaccante: "Una carriera breve, la sua, chiusa quando aveva solo 27 anni con la scelta di entrare nel mondo della scuola e dedicarsi all'insegnamento dell'educazione fisica in Friuli. Una carriera, però, ricca di soddisfazioni, piena di stagioni importanti. Non solo, nel 1958 entra anche nella classifica del Pallone d'Oro piazzandosi al diciannovesimo posto, primo degli italiani". Anche la Roma ha ricordato affettuosamente il suo ex giocatore "autore del gol decisivo nella finale" che diede la Coppa Italia ai giallorossi. |
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